Nella bufera la Diocesi di Mazara del Vallo

Condividi questo articolo?

di Vittorio Spada

Non sappiamo se le accuse nei confronti del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, siano fondate oppure no: investigatori e magistratura sapranno sicuramente fare luce sulla vicenda, ma già è cosa grave il semplice “sospetto” di “appropriazione indebita” per l’ex sottosegretario della Cei. Domenico Mogavero è indagato per appropriazione indebita dei fondi dell’8 per mille e il suo ex economo don Franco Caruso anche per malversazione. L’inchiesta in corso viene coordinata dal procuratore Alberto di Pisa e condotta dalla Guardia di Finanza di Trapani: punta a chiarire presunte anomalie gestionali avvenute all’interno della Curia di Mazara del Vallo. A Mogavero è stato contestato di essersi appropriato di 180 mila euro della Curia che avrebbe fatto transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni tratti dai conti intestati alla sua diocesi.

In una lettera indirizzata ai fedeli e pubblicata la vigilia di Natale sul sito della Diocesi, il Vescovo scrive: “Circa gli addebiti sui quali sono stato chiamato a rispondere fornirò nel più breve tempo possibile nelle sedi competenti idonee precisazioni e adeguata documentazione per provare la infondatezza delle contestazioni. Chi conosce i criteri a cui ho ispirato il mio operato in questi otto anni di ministero episcopale e le decisioni assunte in ambiti delicati e decisivi della vita della nostra Chiesa può dare una risposta esauriente e rassicurante agli interrogativi suscitati dalla incresciosa vicenda (…) Contro di me un processo mediatico. Non vi chiedo di credermi sulla parola, ma dimostrerò che sono innocente”.

Alessandra Ziniti sul quotidiano “La Repubblica” va giù pesante, sostenendo che c’è ben di più di quei 185.600 euro che sono stati finora contestati nell’avviso di garanzia firmato dal procuratore di Marsala Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito. C’è un milione di euro del mutuo per la costruzione di tre chiese che non si sa che fine abbia fatto. Ci sono altri 570.000 euro di fondi dell’8 per mille che sarebbero stati destinati a ben altro che alle iniziative benefiche. C’è una moltitudine di conti correnti della Diocesi e una sorta di “conto protezione” nel quale transitano somme destinate a conti correnti privati. Ci sono inspiegabili prestiti per più di 225.000 euro concessi dall’economo della Curia a un sacerdote nel frattempo condannato per tentata violenza sessuale e sospeso a divinis che li avrebbe dissipati ai tavoli da gioco. E ci sono le testimonianze di diversi sacerdoti che hanno confermato ai pm che i bilanci della Diocesi erano in rosso anche a causa di alcune spese folli, come il regalo di 35.000 euro ad un parroco per l’acquisto di una macchina di lusso (…) Interrogato, Mogavero (difeso dagli avvocati Nino Caleca e Stefano Pellegrino) ha sostenuto di essere all’oscuro di quanto avrebbe fatto l’economo poi da lui rimosso, mentre quest’ultimo sostiene che l’arcivescovo fosse al corrente di ogni cosa.

Insomma, una faccenda che presenta fin troppi lati oscuri. Il Vescovo Domenico Mogavero è molto noto non solo in Sicilia perché è uno dei maggiori sostenitori delle politiche di solidarietà verso i profughi che sbarcano sulle coste dell’Isola.

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.